Dove:
L’enoteca del carro, via del carro
E’ cucina, via senzanome
Trattoria del rosso, via augusto righi
Orario continuato, è un triplo appuntamento gastronomico, è un tripudio lipidico ed è pure mie spese. E’ un week end celebrativo, di una città che mi ha innamorato e merita l’amorevole compagnia. E’ anche un dovere ed un buon auspicio, che il nuovo anno porti progetti compiuti ed occasioni colte, una captatio benevolentiae alla realizzazione del tutto. Veniamo qui per il Marretti e per San Luca; che son due conti in sospeso, da sfidare come all’ok corral con un impegno gastrico ed uno podistico. A noi ci affascina la città, con i portici e i palazzi vecchi e le corti che si aprono all’improvviso, che non te lo aspetti.
Ci perdiamo nel vecchio ghetto a passeggiare inebetiti e non ci vuole molto ad entrare nell’enoteca del carro. Non, rien de rien / Non, je ne regrette rien / Ni le bien qu’on m’a fait, ni le mal / Tout ça m’est bien égal. C’è la Edith che canta in sottofondo, l’arredamento pieno e disordinato in quel modo in cui i miei colleghi trentenni si spettinano col gel al mattino. Quanto tempo ci mettono per dare l’impressione di essersi appena alzati? Se ti capita di svegliartici insieme magari loro al mattino c’hanno la riga da parte, e poi se li spettinano. Qui hanno i menu scritti sul cartone, a pennarello, tutto molto vintage e radical chic. Il prezzo no, quello è futurista. Tagliatelle al ragù di caccia, polenta ai formaggi, un ragionevole bicchiere di sangiovese del 2006. Il dolce è spettacolare, un pan di spagna alle mandorle spumoso coperto da uno zabaione ristretto, con molto marsala. Si mangia bene, ma il conto è da trappola e il fatto che non ci sia il menù prezzato all’esterno depone a pesante sfavore. Ti avvertissero prima magari ci andresti comunque, ma così ti senti adescato e l’impressione è che mi abbiano prostituito le canzoni della Edith. A leggere sull’internet pare abbiano pure solo quel disco, e allora se le cose stan così non me la sento di consigliarvelo.
La serata l’abbiamo preparata con cura. E’ un agguato al Marretti, che mi ha stupito nelle precedenti puntate, e al suo E’ cucina. Secondo la tassista via senzanome deve l’assenza di nome alla volontà di un cardinale, che visitandola quando ancora si chiamava via sfrega tette la ribattezzò come via dal Sozzo nome. Che poi è diventata senza nome. Sul perchè si chiamasse via sfrega tette abbiamo due opinioni: la tassista dice che era una via assai stretta e passandoci i pedoni si sfregassero i petti prominenti. L’internet dice che era una via di bordelli. Ora il fatto che il cardinale tra tutte le vie della città decidesse di prestare caritatevole opera transitando per una strettissima via densa di procaci prostitute un poco ci incuriosisce, teniamoci il dubbio che l’uomo fosse ingenuo più che semplicemente uomo. Non hanno le mezze bottiglie, andiamo con un tocai approvato da un “bella!” del cameriere. Quindi, zio, andiamo con due menù di pesce di tobru. Vai tra. Qui i camerieri sono molto giovani ed energici, trasudano ammirazione per il Marretti: sembra che li abbia adottati tutti. L’antipasto è come me lo aspettavo:commovente. Le crudità di tonno e verdure gli vengono proprio bene. In questo caso carciofo e albicocca. Straconvincente. Sul primo ci recapitano un laghetto di crema di cannellini su cui navigano dei gamberi in crosta. Buono, ma io faccio la crema di carote e patate con scampi che è più buona. Nessuna commozione. Secondo piatto, branzino e mela cotta su crema di zucca affumicata. L’affumicatura mi fa sentire molto in Romania, l’abbinamento è convincente anche se il tono della zucca è prepotente e trovare ancora il sapore del pesce divente difficile. Allo stremo delle forze finiamo con un trittico di dolci tra cui salvo i fichi col mascarpone. Questo poi non l’avevo detto prima, però Cipri, secondo me la tassista che ci ha preso al ritorno era una trans e la discussione che avete avuto sulla categoria delle tassiste donne aveva del surreale. Cioè non le ho visto il pomo d’adamo però aveva un voce da baritono!
Nessuno leggerà fino a qui, ma noi non facciamo le trilogie per incassare di più, vi ammazziamo con una mattonella di articolo! La trattoria del rosso invece vi ammazza con una mattonella di pasta al forno. Popolarissimo, sempre pieno, mettetevi in lista ed attendete. In due prendete un antipasto di crescentine ed un primo. Vi sentirete bolognesi nello stomaco e genovesi nel portafoglio. Soddisfatti a prezzi modici. La lista la scrive il cameriere di nome Mauro, quindi entrate e gridate “Mauroooo”. La cassiera non lo farà al vostro posto.
PREZZO: l’enoteca del carro è una tourist trap, se lo permette per la location, ma 16€ per un primo e 9€ per un dolce li usano arrotolati per tirare di coca, c’avranno questa spesa se tengono i prezzi così. E’ cucina ci propone la formula Marretti da 8 euro al piatto, onesto dall’antipasto al dolce. La trattoria del rosso ha la coda fuori a tutte le ore, il menu da 10€ e le portate a 7€ te lo spiegano il motivo.
VOTO: pieno, alla città, a Marretti, alla tourist trap ed al ristorante da studente, grazia ricevuta, grazie a tutti.
COMMENTO: maratona
Ore 08:00 (ed è domenica), son soddisfazioni andarci sul serio a San Luca. Venirci apposta qui per chiuderla questa idea. Fare la borsa al venerdì pensando alla corsa di domenica mi catapulta in altri tempi, più agonistici. Giuro che mentre mi cambio in camera , ok nel bagno della camera per non svegliare chi amorevolmente mi accompagna, sento odore di spogliatoio. Tensione sportiva. C’ho il fiato a mantice quando arrivo in cima, e il sole sorge dalle colline. Ci salutiamo e torno giu nella città.
PERCORSO (http://www.sportstracklive.com/track/detail/Andrea81/Running/459594): 12 km, ma un bonus pendenza non lo vorremmo mettere?
IMPATTO: positivo sull’umore, amo questa città
COMMENTO: son cose belle